AGI – Ramy Elgaml era “un ragazzo perfettamente integrato nel quartiere dove viveva e aveva due famiglie: la sua, musulmana, e un’altra, profondamente cattolica, italiana, ed entrambe stanno soffrendo lo stesso lutto per la sua morte”. L’avvocata Barbara Indovina, che assiste papà e mamma nell’inchiesta della Procura sulla morte del giovane egiziano che ha perso la vita in un incidente nella notte tra il 23 e il 24 novembre, conosceva Ramy e la sua famiglia da prima della tragedia.
“Il papà Yehia vuole che l’ultimo saluto al figlio avvenga in moschea, con un iman ma con un rito aperto a tutti perché la vita di Ramy è stata la dimostrazione che le culture diverse possono vivere insieme – spiega Indovina all’AGI -. Sarà sepolto a Milano perché questa era casa sua. Ramy era molto seguito dalle suore, che al Corvetto aiutano tutti, indipendentemente dalla fede religiosa, partecipava come volontario anche alla colletta alimentare. Lui si sentiva italiano, non parlava nemmeno l’arabo ed era legatissimo a una famiglia cattolica con cui trascorreva molto tempo e che gli offriva delle opportunità di crescita. Era molto affettuoso, a volte mi mandava degli audio per dirmi che mi voleva bene. Lavorava come elettricista in una grande azienda. Ha avuto una vita piena di opportunità, forse non le ha sfruttate appieno ma la sua era un’esistenza serena e da ragazzo perfettamente integrato”.
Da giorni Yehia Elgaml, il padre, lancia messaggi di pace e chiede che in nome del figlio i ragazzi del Corvetto non compiano atti di violenza. Per questo non parteciperà alla fiaccolata di questa sera. “La famiglia viveva in una rete che unisce persone laiche e di tutte le religioni. Ecco perché non vuole che passi un messaggio di razzismo legato alla morte di Ramy. Il padre continua a ripetere la parola ‘pace’ che è uguale in tutto il mondo, perché quello era il mondo del figlio, un mondo di pace in un quartiere che non è solo il disagio raccontato in questi giorni. Per Natale i padri di tutte le religioni stanno preparando un bellissimo presepe vivente al quale parteciperanno tutti”.
Quanto all’inchiesta, Indovina si limita a osservare che “l’autopsia ha fatto emergere che Ramy, sul quale smentisco siano stati fatti accertamenti tossicologici, ha preso una botta tremenda ma sulla dinamica ancora non si sa nulla. Ora però quello che conta è il messaggio di integrazione lasciato da Ramy”.