giovedì, Novembre 21, 2024
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PALERMO SI DISSOCIA DAL PRIDE: SCOPPIA IL CASO POLITICO

Il Consiglio Comunale di Palermo ha bocciato un Ordine del Giorno che prevedeva l’adesione al Pride di per prossimo 22 giugno e il patrocinio del Comune.

Un passo indietro nella lotta per i diritti che sorprende tutti. Questa è stata l’incredibile votazione che si è tenuta a Palermo quando si è trattato di formalizzare il patrocinio del Comune al prossimo Pride, in programma per il 22 giugno 2024. Con un voto “notturno”, la maggioranza di centrodestra ha bocciato senza appello l’adesione della cittadinanza alla manifestazione. Immediate le reazioni politiche e della società civile.

I primi a commentare sono stati proprio i firmatari dell’Ordine del Giorno: “Nella lunga notte di venerdì in Consiglio comunale – affermano i consiglieri di opposizione, Mariangela Di Gangi, Massimo Giaconia e Giuseppe Miceli, firmatari dell’ordine del giorno che proponeva l’adesione al Palermo Pride 2024 – la maggioranza che sostiene Lagalla è stata, una volta tanto, unità su qualcosa. Si è dissociata dal Pride, bocciando l’adesione del Consiglio Comunale. Ancora una volta, quando in Consiglio si parla di diritti fondamentali, la maggioranza implode e soccombe alle posizioni dell’estrema destra. Crediamo sia legittimo chiedersi cosa ne pensa il Sindaco Lagalla, che sul tema ha mostrato una sensibilità diversa.”

E aggiungono: “Crediamo sia legittimo chiedersi cosa ne pensano Matteo Renzi e tutta Italia Viva. E la posizione di Forza Italia e Democrazia Cristiana in materia di diritti è così succube ai diktat della destra? Oppure per la maggioranza le battaglie sui diritti civili sono soltanto utili per gli scontri di potere sulle teste delle persone? Quel che è certo è che anche su questo la città, i palermitani e le palermitane sono più avanti della maggioranza in Consiglio comunale e saranno ancora una volta presenti in massa il prossimo 22 giugno per rivendicare diritti per tutti e tutte, a Palermo come altrove”.

Dai banchi dell’opposizione si fanno sentire anche i consiglieri Rosario Arcoleo, Fabio Giambrone, Giuseppe Lupo e Teresa Piccione del Pd: “Siamo preoccupati per la decisione del Consiglio comunale di Palermo di bocciare l’adesione al Palermo pride. Sulla crescita e affermazione del Palermo Pride si è costruita in questi anni la consapevolezza che la nostra città è inclusiva, accogliente, tollerante. Indietro non si torna. La politica deve prendere posizioni chiare e ferme sulla vita sociale e sui diritti per togliere spazi alle discriminazioni e alle disuguaglianze. Ci auguriamo che il sindaco smentisca la sua maggioranza, perchè la mancata adesione al Pride sarebbe un precedente grave e pericoloso. Non dovrà essere un Odg o la smania di protagonismo di uno o più consiglieri a bloccare questa affermazione sociale per Palermo, se qualcuno pensa di ergersi a Paladino dei diritti, non ha capito che Palermo ha già i suoi paladini, i palermitani stessi”.

Lega: “sindaco tenga conto bocciatura”.

Sabrina Figuccia, capogruppo della Lega al Comune di Palermo, ha invece accolto positivamente la notizia: “La bocciatura, da parte del Consiglio comunale, dell’ordine del giorno sull’adesione del Comune al Gay Pride di Palermo, pone luce su una divergenza tra le posizioni del sindaco Lagalla, che lo scorso anno ha deciso di partecipare attivamente a questa storica manifestazione, dando il suo patrocinio, e la sua maggioranza. Come capogruppo della Lega, ho espresso la mia posizione in modo netto e categorico, sia su quest’ordine del giorno, che sulla mozione sui diritti dei figli nati da famiglie omogenitoriali”.

“Come partito abbiamo le idee chiare e continueremo a rivendicarle insieme con le forze politiche che oggi governano il Paese, la Regione e il Comune. Mi auguro che il sindaco ricordi ancora quali sono i partiti che hanno permesso alla sua amministrazione di governare la città di Palermo e ponga la giusta attenzione su scelte politiche tanto importanti quanto divisive”, ha aggiunto.

Cgil: “passo indietro per la città”.

“La non adesione al Pride rappresenta un passo indietro per la città. Un messaggio sbagliato da parte di una maggioranza politica che in realtà è ormai minoranza pure a Palermo. Più che preoccupati siamo fortemente delusi”, hanno dichiarato il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo e la segretaria Cgil Palermo Bijou Nzirirane, responsabile Politiche di genere e nuovi diritti.

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