giovedì, Dicembre 26, 2024
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Notre Dame torna al suo splendore. L’inaugurazione in pompa magna

AGI – A otto giorni dalla riapertura di Notre Dame a Parigi, con una cerimonia ufficiale il 7 dicembre, il presidente Emmanuel Macron ha fatto un’ultima visita alla cattedrale, da cima a fondo. “L’incendio di Notre Dame è stato una ferita nazionale e voi ne siete stati il rimedio con la volontà, con il lavoro, con l’impegno. Avete realizzato ciò che credevamo impossibile” ha dichiarato Macron durante la visita odierna.

Secondo il presidente, la riapertura della cattedrale genererà uno “shock di speranza” che sarà “forte quanto quello dell’incendio” nell’aprile 2019. “È un’emozione immensa per tutti noi ritrovarci qui, nella nostra cattedrale dove, cinque anni fa, la navata nascondeva un vero e proprio campo di rovine. Sono 2.000 le donne e gli uomini che hanno trascorso giorni e notti in questo cantiere. Avete reso questa sfida una realtà”, ha elogiato Macron.

 

“Avete trasformato il carbone in arte. L’antidoto allo sconforto”, ha aggiunto rivolgendosi agli artigiani che in questi anni sono stati impegnati nella ricostruzione. Imponenti i numeri del cantiere di Notre Dame, tra cui i 42 mila metri quadri di pietra decontaminata, con un intervento cominciato nel giugno 2022. L’interno della cattedrale era stato annerito da 160 anni senza una completa pulizia.

Molte delle cappelle sono state interamente ripulite e restaurate, dando nuova vita alle opere d’arte esposte nella cattedrale gotica, un vero e proprio museo. Il presidente Macron e la moglie, Brigitte, si sono soffermati in ogni punto dell’ex maxi cantiere, dalle navate al tetto, passando per le cappelle. Notevole il lavoro realizzato sulla struttura, andata in fumo 5 anni fa, autentica in quanto ricostruita con le stesse tecniche e gli stessi strumenti che furono utilizzati nel XIII secolo. La coppia presidenziale ha salito i 200 gradini che portano al tetto, dove hanno ammirato la guglia “simbolo e spirito di Notre Dame”, costituita da 2mila pezzi minuziosamente assemblati.

Stessa ammirazione per la statua della Vergine col Bambino, miracolosamente salvata dall’incendio. “Quando la guglia crollò, portando via la volta dell’attraversamento del transetto, la statua avrebbe potuto essere colpita ma i detriti passarono proprio accanto, salvandola”, ha raccontato Philippe Jost, presidente dell’istituto pubblico per la ricostruzione, presentando la “Vergine del Pilastro” restaurata a Macron.

 

Questa statua del XIV secolo, originariamente installata nella cappella Saint Aignan dell’ex chiostro dei canonici, fu collocata all’ingresso del coro di Notre Dame nel XIX secolo. Ha ritrovato posto nella cattedrale il 15 novembre, dopo il pellegrinaggio di mille fedeli. Al suo ingresso nella cattedrale, il ministro della Cultura, Rachida Dati, ha detto al presidente che “quello che mi ha colpito appena sono entrata è la luce, quanto è chiara”.

Molti media d’Oltralpe hanno diffuso le prime immagini e video della cattedrale restaurata e hanno dedicato trasmissioni in diretta. “Macron ha ottenuto con Notre Dame ciò che non è riuscito a ottenere con la Francia”, ha commentato Arthur Berdah, vicedirettore del dipartimento politico di Le Figaro. Secondo lui il Presidente della Repubblica “è stato il vero direttore del progetto di Notre Dame. Ci ha investito, ne è stato coinvolto in prima persona. Fu lui a lanciare una sottoscrizione nazionale per incoraggiare i mecenati a finanziare la ricostruzione”.

 

La cerimonia ufficiale il 7 dicembre si preannuncia come “grandiosa” per fare dell’inaugurazione un “momento di orgoglio” per la Francia, secondo quanto riferito da Europe 1. Il giorno dopo sarà riaperta al pubblico. Su una prima lista ufficiosa di 100 personalità invitate, ci sono i nomi dei due presidenti Usa, Joe Biden e Donald Trump. Parigi spera anche nella presenza del re Carlo III, del re Felipe VI, del re Mohammed VI, del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e persino del presidente brasiliano Luiz Inàcio Lula da Silva. Sono attese anche figure religiose internazionali, come l’arcivescovo di New York, Timothy Michael Dolan, e l’arcivescovo di Costantinopoli, nuova Roma, Bartolomeo I. Il presidente italiano Sergio Mattarella ha confermato la sua presenza, rinunciando per l’occasione all’inaugurazione della stagione lirica della Scala.

 

 

 

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