giovedì, Novembre 21, 2024
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NORBERT RECK E “L’INVENZIONE DELL’OMOSESSUALITÀ”

Un teologo tedesco ribalta le concezioni comuni diffuse oggi sull’omosessualità e la sua storia, negando che l’ostilità verso le persone LGBTQ+ abbia origine nella Bibbia.

L’identità omosessuale è un costrutto della modernità e il coming out come gay o lesbica è solo una reliquia da superare? Almeno così crede lo scrittore e teologo tedesco Norbert Reck. Nel suo libro Kein anderes Ufer: Die Erfindung der Homosexualität und ihre Folgen (“Nessun’altra sponda. L’invenzione dell’omosessualità e le sue conseguenze”), Reck ritiene che la realtà del desiderio sessuale sia troppo complessa per classificare le persone in gruppi specifici. Non esistono differenze significative tra omosessuali ed eterosessuali; le rispettive categorie sono “abbastanza indefinite” – e in definitiva sono addirittura responsabili della persistenza dell’omofobia nella società occidentale.

Reck vede l’origine della “divisione delle persone in omosessuali ed eterosessuali” nel pensiero sul sesso omosessuale nella cultura cristiana occidentale che si è sedimentato nel corso dei secoli. Nello specifico, egli chiarisce la sua tesi in quei passi biblici che per secoli sono stati letti come condanne nella tradizione cristiana e sui quali indaga, in particolare grazie “a biblisti ebrei così come ad autori cristiani che accettano gli studi ebrei su queste questioni sul serio”.

La distruzione di Sodoma non riguardava l’omosessualità

In particolare, l’enigmatica storia degli uomini della città di Sodoma viene erroneamente citata come prova della condanna delle relazioni omosessuali dal punto di vista cristiano. In quel celebre capitolo della Bibbia, tre angeli in forma maschile arrivano in città come stranieri per conto di di Dio per vedere come vengono trattati i giusti. Quella notte, però, gli uomini di Sodoma si presentano a casa del loro ospite Lot e, sotto minaccia di violenza, pretendono di avere rapporti sessuali con i tre visitatori: un’offesa per la quale Dio distruggerà la città con fuoco e cenere. Ma è davvero il desiderio omosessuale il problema qui? Norbert Reck esamina parola per parola il brano biblico, riassume criticamente lo stato attuale della discussione e inserisce gli eventi in un contesto storico e culturale in modo facilmente comprensibile.

Sodoma era una città prospera, importante centro commerciale dell’epoca, ma che sperimentava non pochi conflitti interni ed esterni. Reck mostra che questa storia non parla di amore e desiderio, ma di violenza sessuale: “Gli stranieri venivano trattati con sospetto: potevano essere nemici. Gli stranieri erano solitamente tollerati piuttosto che accolti in città. Se venivano senza essere invitati, potevano essere soggiogati come prigionieri di guerra o schiavi – umiliandoli e violentandoli – una pratica comune nei conflitti militari che si riscontra più e più volte fin dall’antichità fino ai giorni nostri”. Il sesso della vittima, quindi, non avrebbe alcun peso nelle malevoli intenzioni degli abitanti di Sodoma.

Ulteriori brani della Bibbia esaminati

I due famigerati versetti del libro del Levitico non parlano dell’amore tra persone dello stesso sesso, come dimostra in modo impressionante Reck – anche se inizialmente sembra così quando dice: “Non giacerai con un uomo, come giacere con una donna”. Reck mostra che il testo è rivolto al capofamiglia – il patriarca – al quale viene chiesto di astenersi da “abusi sessuali su tossicodipendenti”, anche se anche in questo caso “non è il piacere sessuale ad essere problematizzato” ma piuttosto “aspetti del potere maschile, non connessione ma separazione, non tenerezza ma umiliazione e violenza.”

Le due frasi e mezzo con cui Paolo di Efeso contribuisce all’argomento sono simili, solo leggermente più complicate. La teologia cristiana ha fatto di lui il “testimone chiave della condanna degli atti sessuali tra persone dello stesso sesso” – ha detto Reck. Da un lato, la condanna di Paolo contro gli uomini che commettono “atti spudorati con uomini” riguarda le “orge sessuali dal sapore orientale” dell’alta borghesia romana, in cui alcune schiave venivano costrette alla prostituzione. D’altra parte, la “forma di sesso omosessuale socialmente accettata nell’Impero Romano” è generalmente una spina nel fianco, e questo include in particolare il “sesso dominante e penetrante degli uomini romani liberi sui prigionieri di guerra, sugli schiavi e ragazzi.”

La persecuzione dei “sodomiti”

Dal punto di vista di Paolo, ogni sessualità che non serve alla procreazione cade gradualmente nel sospetto generale – quindi esercita una grande influenza sullo sviluppo del cristianesimo. Ciò che è cruciale per Reck è il fatto che l’attenzione è posta sull’interpretazione sessuale della storia di Sodoma. Il cardinale Petrus Damiani (ca. 1006-1072) coniò il termine autonomo “sodomia” e lo assegnò a un gruppo ben definito: i “Sodomiti”, che da allora in poi furono perseguitati senza pietà. Ciò crea una divisione nella sessualità della popolazione, nella quale, secondo Reck, fino ad allora le relazioni amorose tra persone dello stesso sesso erano possibili, se non addirittura integrate.

Con la sua discussione ampiamente documentata di tutti quei passaggi della Bibbia che non riguardano l’amore tra persone dello stesso sesso, ma piuttosto l’abuso di potere e l’umiliazione attraverso pratiche sessuali, Norbert Reck crea un trattato estremamente chiaro e del tutto plausibile. La ragione delle interpretazioni errate diventa evidente anche quando l’autore illumina il capitolo oscuro della storia della Chiesa in cui la demonizzazione dell’omosessualità apparentemente aveva lo scopo di distogliere l’attenzione dalle pratiche abusive all’interno delle proprie fila.

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