venerdì, Ottobre 18, 2024
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Lo scontro tra maggioranza e opposizione su sanità e legge di bilancio

AGI – Martedì, secondo quanto si apprende, ci sarà il primo incontro tra i capigruppo della maggioranza e il presidente della Commissione Bilancio di Montecitorio, l’azzurro Giuseppe Mangialavori. L’iter della manovra approvata due giorni fa dal Consiglio dei ministri è ancora da programmare, così come quello sul decreto fiscale, ‘conteso’ tra Camera e Senato perché, questa il convincimento di molti, potrebbe contenere maggiore spazio per cercare di incidere sulle risorse. Dal governo si è ripetuto che fondi ce ne sono pochi ma si troverà un compromesso, magari dopo un incontro anche a palazzo Chigi, per arrivare a un piccolo ‘tesoretto’ per le richieste dei gruppi, che non sarà comunque come quello dell’anno scorso (400 milioni). Tra i partiti che sostengono l’esecutivo c’è la consapevolezza che arriverà l’alert sugli emendamenti ma il tentativo di avere un margine di autonomia verrà portato avanti. Magari già nel Consiglio dei ministri di lunedì, poi dopo la riunione la manovra dovrebbe arrivare a Montecitorio ed essere illustrata dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Di buon mattino è intervenuta proprio la premier: “Sento molte falsità in queste ore su sanità e legge di Bilancio. E allora – ha sottolineato – facciamo ancora più chiarezza: +6,4 miliardi per la Sanità in due anni, +2,37 miliardi nel 2024 e +4,12 miliardi nel 2025”. Ed ancora: “Record della storia d’Italia per il fondo sanitario nazionale: 136,48 miliardi nel 2025 e 140,6 miliardi nel 2026. Questi i numeri. Il resto sono mistificazioni”.

 

 

“La manovra è chiusa ma – ha detto il vicepresidente Antonio Tajani – si può migliorare in Parlamento per quanto riguarda le aliquote Irpef, che si possono ridurre dal 35 al 32 per cento e allargare la piattaforma sino a 60 mila euro”. Le rivendicazioni non mancano, con i ministri che attendono il testo finale. Poi partirà il treno per l’approvazione entro l’anno, anche se governo e maggioranza devono fare i conti con un ‘sovraffollamento’ di provvedimenti e di decreti da convertire. Tra l’altro lunedì arriverà in Cdm un decreto del ministero dell’università sui concorsi universitari per consentire la regolare prosecuzione dei lavori delle Commissioni giudicatrici. Serve una norma per evitare che possano determinarsi eventuali rallentamenti e di conseguenza un’impasse per coloro che intendono presentare domanda, ai fini della loro prosecuzione della carriera accademica e di ricerca. La norma si inserisce nell’ambito del più ampio intervento di riforma del sistema di reclutamento universitario, che è in atto da parte del ministero dell’università e potrebbe essere abbinata con altre misure del dicastero dell’Istruzione. La maggioranza poi si trova ad affrontare alcune fibrillazioni legate ai dossier sul tavolo. Come sui balneari: FI e Lega in particolare spingono per riaprire i termini dell’intesa con l’Ue nel dl infrazioni, ma al momento non sembra esserci uno spazio neanche sul tema degli indennizzi.

 

 

Lo scontro tra maggioranza e opposizioni sulla legge di bilancio

Mentre i ministri sono vigili sui tagli che verranno apportati, la raccomandazione arrivata ai gruppi di centrodestra è netta: evitare assalti alla diligenza, anche perché occorre guardare in prospettiva e non alle Regionali, gli spazi per portare avanti i rispettivi cavalli di battaglia si apriranno più in là, è il ragionamento. “Ci preoccupiamo della propaganda che abbiamo sentito anche ieri, perché continuano a dare i numeri sulla sanità, ma il numero più interessante che danno loro è quello che li inchioda alle loro bugie perché la spesa sanitaria che, in tutto il mondo si calcola sul Pil, è al 6,3, 6,4, 6,2 per i prossimi tre anni quindi è inutile che Meloni continui a dire che ha fatto il più grande investimento della storia. La spesa sanitaria sul Pil in Italia è ferma“, attacca la segretaria del Pd Elly Schlein. “Siamo molto lontani dalla realtà. Specialmente in tema di sanità”, scrive sui social il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Senato, Stefano Patuanelli. “Come d’autunno le foglie cadono al primo colpo di vento anche le bugie fanno la stessa fine: nella manovra del governo nessuna nuova tassa per banche e assicurazioni ma viene chiesto un semplice prestito”, afferma Nicola Fratoianni di Avs. “La manovra non mantiene le promesse”, il parere di Ettore Rosato di Azione. “A pagare sarà il ceto medio”, sostiene la senatrice di Italia viva, Silvia Fregolent.

 

“Si puo’ contestare qualsiasi cosa di questa manovra ma non che vada contro i ‘poveri cristi’. Va nella direzione di coloro che hanno meno di 35mila euro di reddito”, ha detto il ministro Giancarlo Giorgetti durante il question time al Senato. Ed ancora: “La nostra ambizione è aiutare chi ha più bisogno. È assolutamente falso l’aumento delle tasse sulla casa. Il governo ha creato le condizioni di finanza pubblica per abbassare le tasse ai redditi medio-bassi”. “La fiducia dei mercati smentisce i gufi della sinistra”, rilancia il capogruppo di Fdi, Tommaso Foti. “Misure importanti per famiglie e natalità”, dice il leader di Noi moderati, Maurizio Lupi. “Ci sono, tra gli altri, gli sgravi anche per le madri con due figli”, puntualizza il Mef, “un fondo specifico per coprire questa spesa. Inoltre la misura sarà estesa alle lavoratrici autonome”.  

 

 

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