mercoledì, Febbraio 5, 2025
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La denuncia dell’ex calciatore di Genoa e Avellino: “Picchiato dalla polizia”

AGI – Non un bel Natale. Ma Stephane Omeonga non ha nessuna intenzione di dimenticarlo, tutt’altro. Preferisce raccontare, dare la sua versione di un episodio che rientra, secondo la sua versione, nei casi di razzismo. È lo stesso calciatore della squadra israeliana del Bnei Sakhnin, che in Italia ha vestito le maglie di Avellino, Genoa e Pescara, a postare su Instagram un video e la lunga descrizione di quanto accaduto. “Il 25 dicembre sono stato vittima della brutalità della polizia – dice il 28enne belga -. Durante un volo tra Roma e Tel Aviv, dopo essere salito sull’aereo e aver preso il mio posto, uno steward mi ha avvicinato per un presunto problema con i miei documenti e mi ha chiesto di lasciare l’aereo. Fiducioso della validità dei miei documenti, con calma gli ho chiesto quale fosse il tipo di problema. Hanno chiamato la polizia, sono stato ammanettato e rimosso con la forza dall’aereo. Una volta fuori, lontano dalla vista dei testimoni, la polizia mi ha gettato violentemente a terra, mi ha picchiato e uno di loro mi ha premuto il ginocchio contro la testa. Sono stato poi portato in aeroporto in un veicolo della polizia, ammanettato come un criminale”.

 

Ma il racconto di Omeonga non finisce qui. “È arrivata un’ambulanza, ma ero in stato di shock e non ho potuto rispondere alle domande dei sanitari. Poco dopo, ho sentito qualcuno che alla radio della macchina della polizia diceva: ‘Ha rifiutato le cure mediche; va tutto bene’. Questo era del tutto falso, ho chiesto loro di portarmi in ambulanza con loro, spaventato da quello che la polizia poteva farmi. Successivamente, sono stato messo in una stanza grigia, senza cibo ne’ acqua, e lasciato in uno stato di totale umiliazione per diverse ore – prosegue Omeonga -. Al mio rilascio, ho appreso che un agente di polizia aveva sporto denuncia contro di me per lesioni presumibilmente causate durante l’arresto, ma io ero ammanettato. Inoltre, ancora oggi, non ho ricevuto alcuna giustificazione per il mio arresto. Come essere umano e come padre, non posso tollerare alcuna forma di discriminazione. Questo arresto e’ solo la punta visibile dell’iceberg. Molte persone che mi somigliano non riescono a trovare lavoro, non hanno accesso ad abitazioni, o non possono partecipare agli sport che amano, semplicemente perché sono neri. Dobbiamo restare uniti e alzare la voce per educare coloro che ci circondano – colleghi, vicini e amici – su questo tema che affligge la nostra società e ne ostacola il progresso. Pace”.

 

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