giovedì, Novembre 21, 2024
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IL VATICANO CONSENTE LE BENEDIZIONI AI GAY

Papa Francesco ha aperto la strada alle benedizioni per le coppie gay e lesbiche.

Papa Francesco ha aperto la strada alle benedizioni delle coppie omosessuali nella Chiesa Cattolica romana. Per mesi c’era stata un’accesa discussione al riguardo tra i rappresentanti della Chiesa in molti paesi europei e africani e il Vaticano. A settembre era arrivata l’apertura per il battesimo ai fedeli transgender.

Benedizione dei gay e delle lesbiche

Ora sembra esserci un’inversione di tendenza: in una dichiarazione di principi, Papa Francesco si è dichiarato favorevole alla benedizione degli omosessuali e delle coppie non sposate a determinate condizioni. Tuttavia la direttiva fondamentale stabilisce che deve essere rigorosamente esclusa qualsiasi confusione con il matrimonio; il sacramento del matrimonio resta destinato solo alle coppie eterosessuali.

Inoltre, un prete cattolico non è autorizzato a dare la benedizione durante una funzione religiosa, come ha affermato il Papa nel documento Fiducia supplicans. Il comunicato è stato pubblicato oggi in diverse lingue, porta la firma del Prefetto dell’Autorità per la Fede, cardinale Victor Fernandez ed è stato espressamente approvato da Papa Francesco. Il permesso di benedire gli omosessuali entra in vigore immediatamente.

Consenso minimo, ma un grande passo per la Chiesa

Fernandez sottolinea nel testo che la Chiesa ha “ampliato e arricchito” la sua comprensione di cosa sia una benedizione alla “luce degli ideali pastorali” di Papa Francesco. Con questa nuova interpretazione è ora possibile “benedire le coppie in situazione irregolare e le coppie dello stesso sesso, senza confermare ufficialmente il loro status né modificare in alcun modo l’antico insegnamento della Chiesa sul matrimonio”.

Si tratta ancora una volta di una concessione minima, simile a quella che la Chiesa d’Inghilterra ha fatto per la prima volta di recente, ma per i cattolici questo passo rappresenta una riforma importante. Fino a poco tempo fa alcuni ecclesiastici di alto rango, come il cardinale Rainer Maria Woelki di Colonia (Germania), avevano ripetutamente cercato di fermare ogni tentativo di benedizione. Anche nella prima parte del Sinodo mondiale di quest’anno i fronti sembravano ancora irrigidirsi.

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