AGI – La famiglia della prigioniera israeliana deceduta Shiri Bibas, la madre dei piccoli Kfir e Ariel, ha confermato che i suoi resti sono stati identificati dell’Istituto di medicina legale di Israele. Lo riporta Al Jazeera. In una dichiarazione pubblicata sull’account Instagram di Bring Bibas Back, la famiglia Bibas ha affermato che gli esperti dell’Istituto di medicina legale Abu Kabir di Tel Aviv. hanno identificato il corpo di Shiri Bibas. “Questa mattina abbiamo ricevuto la notizia che più temevamo. La nostra Shiri è stata uccisa in cattività e ora è tornata a casa dai suoi figli”, ha dichiarato la famiglia in un comunicato. Nessun altro dettaglio è stato fornito in merito all’esame forense.
Anche il kibbutz israeliano Nir Oz ha confermato stamane la morte dell’ostaggio di origine argentina e peruviana Shiri Bibas, il cui corpo non era stato restituito a Israele giovedì assieme a quelli dei suoi due figli, anch’essi rapiti da Hamas. Ieri la Croce Rossa aveva annunciato di aver consegnato a Israele nuovi resti, ma non aveva fornito informazioni sull’identità. Qualche ora dopo, il kibbutz in cui viveva la famiglia ha dichiarato che Bibas “è morta in prigionia a Gaza” e ora “riposerà nella terra di Israele con i suoi due giovani figli”.
Il corpo consegnato venerdì da Hamas appartiene a Shiri Bibas. Lo ha confermato nelle prime ore di questa mattina l’istituto forense I resti della donna avrebbero dovuto essere consegnato mercoledì con quelli dei due figli, Ariel e Kfir Bibas, di quattro anni e nove mesi, e dell’83enne Oded Lifsthiz, ma i test forensi avevano concluso che i resti consegnati non corrispondevano a Shiri Bibas, mentre gli altri corpi erano stati identificati.
Hamas ha sostenuto che Shiri, Ariel e Kfir sono stati uccisi in un bombardamento da parte di aerei israeliani a Gaza nei giorni precedenti la tregua allora in corso. Ma Israele ha smentito questa ricostruzione: “I fratellini Bibas sono stati uccisi da Hamas a mani nude”. La conferma dell’identità di Shiri Bibas giunge in concomitanza con l’attesa per la consegna di sei ostaggi detenuti da Hamas in cambio della liberazione di 602 prigionieri palestinesi da parte di Israele.