giovedì, Dicembre 26, 2024
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Dai sindacati un libro e una calcolatrice per Meloni, al via il confronto sulla manovra

AGI – È in corso a Palazzo Chigi il tavolo tra governo e sindacati sulla legge di bilancio presieduto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Per il governo sono presenti il vice presidente del Consiglio Antonio Tajani, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, il ministro della Salute Orazio Schillaci, il ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo e il swottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Per i sindacati sono presenti i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Usb, Cida, Cisal, Confedir, Confintesa, Confsal, Ciu e Cse. 

 

Prima dell’inizio dell’incontro tra governo e sindacati, a quanto si apprende da fonti sindacali, i segretari di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri hanno regalato una calcolatrice e un libro alla premier Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio, ricevuti i doni, avrebbe chiesto a Luigi Sbarra: “Lei non mi hai portato niente?”. Il leader della Cisl avrebbe risposto: “Noi non abbiamo portato gadget. Ci limiteremo a darle le nostre proposte per migliorare la politica di sviluppo di questo Paese”.

 

Il libro regalato a Meloni da Landini è ‘L’uomo in rivolta’ di Albert Camus, in riferimento alla recente polemica sul suo appello per una ‘rivolta sociale’. “Se hanno paura delle parole è bene che colgano il tema, e cioè che di fronte a un livello di ingiustizia e di diseguaglianze come quello che si sta determinando io credo che ci sia bisogno che le persone non accettino più, che non si girino più da un’altra parte”, aveva spiegato Landini ai cronisti prima dell’inizio dell’incontro, “c’è proprio bisogno di un cambiamento radicale che parte dall’azione politica ma anche da quella personale: sono le persone che si devono mettere insieme, anche in termini di solidarietà, per combattere questo livello di ingiustizie, perché non può essere che chi lavora è povero e non può essere che i nostri giovani se ne debbano andare all’estero per realizzarsi, quando noi siamo un paese che invecchia”, ha aggiunto Landini.

La revoca dello sciopero è possibile?

“Abbiamo dichiarato lo sciopero perché la manovra è stata consegnata in Parlamento, vorrei ricordare che noi abbiamo fatto anche le audizioni alle Camere, quindi siamo andati e siamo stati chiamati dalle Camere a dare un giudizio. Non potevamo presentarci alle Camere dicendo dobbiamo prima incontrare il Governo. I margini dipendono da quanti soldi e da quante scelte sono già chiuse nelle decisioni assunte”, ha detto da parte sua Bombardieri a chi gli chiedeva se ci fossero margini per rivedere lo sciopero proclamato assieme a Cgil per il 29 novembre.

 

“Se il Governo si presenta dicendo che ci sono solo 120 milioni di margini – ha aggiunto – sarà un pò complicato trovare l’accordo. Se il Governo si presenta e dice che ci sono i margini, per esempio, per finanziare la detassazione degli aumenti contrattuali, per intervenire sulla sicurezza, per dare più soldi sulla sanità, per modificare il blocco e le penalizzazioni sulle pensioni, su opzioni donne e su tutto il resto, siamo pronti a discutere”, ha proseguito Bombardieri, “quindi dipende sostanzialmente da loro. Le nostre richieste le conoscevano prima di fare la manovra, non sono nuove. Se hanno disponibilità a discutere e danno delle risorse, d’altronde ci hanno chiesto di aspettare dalle 9 alle 10 perché doveva arrivare Giorgetti. Può darsi che porta dei soldi freschi e quindi magari la riunione sarà utile. Speriamo”.

 

“È sbagliato incendiare il clima del paese o buttare benzina sul fuoco del malessere sociale. Dobbiamo costruire le condizioni affinché, attraverso il dialogo e il confronto, si affrontino le grandi sfide che abbiamo davanti. C’è bisogno di ritrovarsi in una sobrietà operosa, quanto di più lontano dalle urla che ci propongono ogni giorno i media, aveva dichiarato invece Sbarra in una intervista apparsa oggi su ‘Il Tempò.

 

“Per ciò che riguarda lo sciopero generale – ha aggiunto – il pericolo è di svilire questo importante strumento, il più radicale a disposizione del sindacato, facendolo diventare un rito inconcludente. Pensare di fare da traino all’opposizione politica danneggia sia la rappresentanza sindacale, che di fatto non gioca più un ruolo incisivo ai tavoli, sia quella dei soggetti a cui si vorrebbe tirare la volata”.

 

 

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