AGI – C’è una squadra che sta dominando l’Olimpiade degli scacchi in corso a Budapest: l’India. Lo dice un numero: 12. Sono le vittorie totali, senza sconfitte o patte, in entrambe le manifestazioni, Open (6-0) e Femminile (6-0). Unica nazione ad aver compiuto, finora, un percorso netto. Nell’Open brilla Erigaisi, terza scacchiera, con 6 vittorie su 6. Domani, alla ripresa delle ostilità dopo l’unico giorno di riposo, la sfida attesissima contro la Cina. Sarà un antipasto della sfida per il trono mondiale tra Gukesh e Ding Liren? Oppure uno dei due riposerà per evitare questo scontro? Le formazioni verranno ufficializzate mercoledì mattina per cui c’è ancora da aspettare per conoscere la risposta In generale, in questo giro di boa della manifestazione, si può notare come le scuole ‘orientali’ stiano prendendo il sopravvento. Dietro l’india, oltre la Cina, spiccano le prestazioni di Vietnam, la ‘sorpresa’ finora del torneo, Iran, Uzbekistan e Armenia. Tengono il passo solo Francia, Ungheria e Ucraina. Molto più attardate alcune favorite della vigilia, come Stati Uniti e Paesi Bassi, oltre alla Norvegia di Magnus Carlsen. Ma è ancora presto per tirare le somme.
Nel torneo femminile, dietro all’India, c’è un gruppo di inseguitrici formato da Polonia, Georgia, Stati Uniti, Armenia, Francia, Spagna, Kazakhstan e dalla intraprendente Mongolia, la meno considerata del lotto se si guarda al ranking. Dietro la capolista, che sembra avere una marcia in più anche grazie alle performance di Divya Deshmukh (5,5/6 per lei), regna l’equilibrio. Qualche risposta potremmo averla dal settimo turno che mette in fila le sfide tra India e Georgia, Armenia e Stati Uniti, Ucraina e Polonia.
Il torneo (finora) dell’Italia
Non esiste un gioco più crudele degli scacchi. Questa frase mi è tornata in mente ieri mentre vedevo l’Italia affrontare l’Inghilterra nel sesto turno. Lorenzo Lodici e Luca Moroni, seconda e terza scacchiera della nostra nazionale, sono passati in pochissime mosse dall’esultare per una possibile vittoria contro due giocatori fortissimi, Adams e McShane, allo sconforto di una patta e di una sconfitta che hanno, ancora a ventiquattr’ore di distanza, il sapore di un’occasione mancata. Eppure è difficile non applaudire ciò che gli azzurri, e le azzurre, stanno facendo in terra magiara. E visto che oggi non si gioca, sembra l’occasione giusta per fare il punto.
Un grande acuto (e qualche rammarico) per l’Open
A guardare la classifica provvisoria, l’Italia occupa il 26esimo posto. In apparenza non sembrerebbe un grande risultato ma, invece, si trova in una posizione in cui tutto è ancora possibile. Nel loro percorso olimpico, i ragazzi di Loek van Wely hanno affrontato tre squadre sulla carta più forti (Paesi Bassi, Ungheria e Inghilterra) e tre più deboli (Antille Olandesi, Kosovo e Paraguay). Sono arrivate quattro vittorie e due sconfitte. Il successo contro i fortissimi olandesi ha galvanizzato l’ambiente, anche per il risultato netto (3-1) con cui è arrivato. E anche analizzando le sfide con ungheresi e inglesi non si può che trarre spunti positivi visto che si è trattato di match combattuti che potevano anche ‘girare’ in nostro favore. Certo, in questa analisi che ricerca l’onestà bisogna anche sottolineare come le vittorie contro Kosovo e Paraguay siano arrivate con qualche brivido ma, il bilancio conclusivo, finora, è certamente positivo. Domani si torna in pista con un altro incontro decisivo: arriva il Messico, squadra alla portata degli azzurri (52esimi nel ranking). Una vittoria porterebbe probabilmente a un altro match di prestigio contro una ‘big’ mentre una patta o una sconfitta ci farebbe scivolare molto indietro e soffocherebbe quasi ogni speranza di top 20. Probabile il ritorno in squadra di Francesco Sonis, in panchina negli ultimi due turni, al posto di Sabino Brunello, con Vocaturo-Lodici-Moroni a guidare ‘l’attacco’ azzurro. Ma già in passato il commissario tecnico olandese ha optato per scelte inusuali, spesso decisive, per cui è anche lecito aspettarsi qualche sorpresa nella formazione titolare.
Regolarità (senza acuti) nel femminile
Non è un brutto torneo, anzi, quello disputato finora dalle azzurre. A mancare però è l’acuto, lo sgambetto nei confronti di una squadra più titolata, lo scalpo da portare a casa per rilanciarsi nei piani alti della classifica. Il 43esimo posto attuale è frutto del ‘mischione’ in cui moltissime nazionali sono invischiate e che, nei prossimi turni, può determinare una posizione buona (top 20), accettabile (top 30), deludente (top 40 in poi). Le ragazze capitanate da Roberto Mogranzini hanno superato Guernsey, Paraguay Filippine e Macedonia del Nord, arrendendosi contro Cina e Germania. Risultati in linea con il ranking di partenza ma che non soddisfano certamente le nostre atlete. Ora la sfida al Lussemburgo, assolutamente da vincere per avere una nuova occasione di affrontare (e battere) un team di maggiore caratura. Positivo l’apporto di Giulia Sala, giovanissima esordiente alle Olimpiadi, e buone le prestazioni di Brunello, Zimina, Gueci e Sedina. L’Italia c’è e avrà le possibilità per risalire la china e dimostrare il suo reale valore.