La bambola Barbie “Blind” arriverà oggi sugli scaffali dei negozi di giocattoli per aumentare la rappresentanza delle diversità nella sua gamma di giocattoli.
L’azienda che produce le bambole Barbie, la Mattel, ha collaborato con l’American Foundation for the Blind (AFB) negli Stati Uniti e con il Royal National Institute of Blind People (RNIB) per progettare la nuova bambola. Il design di Barbie contiene molte caratteristiche che non solo la renderanno più simile a una persona non vedente, ma la renderanno anche interessante per i bambini non vedenti o ipovedenti. Questa bambola Barbie, infatti, sarà dotata di bastone e occhiali scuri e avrà abiti testurizzati in modo che i bambini ciechi o ipovedenti possano toccare gli abiti che indossa. Anche i suoi occhi saranno leggermente rivolti verso l’alto e verso l’esterno, per riflettere lo sguardo di alcune persone con problemi di vista. E sulla scatola in cui verrà venduta, il nome di Barbie sarà scritto in Braille, un linguaggio composto da punti in rilievo che i non vedenti possono toccare per leggere.
Un modello di inclusività
Lucy Edwards, conduttrice e attivista per i diritti dei disabili di Birmingham, si impegna per sensibilizzare sul tema della cecità e della perdita della vista. La Edwards ha perso la vista quando aveva 17 anni e afferma che una Barbie cieca “significa tutto” per lei. “Da adolescente mi sentivo isolata perché avevo perso la vista e non vedevo modelli di riferimento come me. Ero imbarazzata dal mio bastone, ma sapere che Barbie ne aveva uno, mi avrebbe fatto sentire molto diversa nei confronti del mio. Mi avrebbe aiutata a sentirmi meno sola nel mio percorso per accettare e abbracciare la mia cecità”.
Debbie Miller, del Royal National Institute of Blind People, ha affermato: “È meraviglioso pensare che i bambini con problemi di vista possano ora giocare con una Barbie che somiglia loro. Siamo davvero soddisfatti dei dettagli con cui abbiamo progettato questa nuova Barbie, dagli abiti tattili al bastone e agli occhiali da sole. È il riconoscimento che non tutti possono vedere bene, il che significa molto per la comunità dei ciechi e degli ipovedenti… aiutare i bambini e gli adulti con problemi di vista a sentirsi parte di un gruppo e riconosciuti”.