venerdì, Dicembre 27, 2024
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Allarme Onu “800.000 persone costrette a fuggire da Rafah”

AGI – Sono 800mila le persone costrette a fuggire da Rafah, a causa dell’operazione militare israeliana nella città nel Sud dell’enclave palestinese. “Sono 800.000 le persone che si sono messe in moto, costrette a fuggire, da quando le forze israeliane hanno iniziato l’operazione militare nell’area il 6 maggio”, ha denunciato il capo dell’Unrwa, l’agenzia per i rifugiati palestinesi, Philippe Lazzarini su X. 

Gantz: “Piano per il futuro di Gaza o mi dimetto”

Intanto il ministro della guerra israeliano Benny Gantz ha annunciato che si dimetterà dal Governo se il primo ministro Benjamin Netanyahu non darà il via libera a un piano post-bellico per la Striscia di Gaza.
“Il gabinetto di guerra deve formulare e approvare entro l’8 giugno un piano d’azione che porterà alla realizzazione di sei obiettivi strategici di importanza nazionale oppure saremo costretti a dimetterci dal governo”, ha detto Gantz, riferendosi al suo partito, in un discorso televisivo diretto a Netanyahu. Gantz ha detto che i sei obiettivi includono: il rovesciamento di Hamas, garantire il controllo di sicurezza israeliano sul territorio palestinese e restituire gli ostaggi israeliani. “Insieme al mantenimento del controllo di sicurezza israeliano, stabilire un’amministrazione americana, europea, araba e palestinese che gestirà gli affari civili nella Striscia di Gaza e gettare le basi per una futura alternativa che non è Hamas o Mahmoud Abbas,” ha detto, riferendosi al presidente dell’Autorità palestinese. Ha anche esortato la normalizzazione dei legami con l’Arabia Saudita “come parte di una mossa globale che creera’ un’alleanza con il mondo libero e il mondo arabo contro l’Iran e le sue affiliate

La replica di Netanyahu

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha subito replicato accusando Gantz di “lanciare un ultimatum al primo ministro invece di lanciare un ultimatum a Hamas”. L’ufficio di Netanyahu afferma in una dichiarazione che le richieste di Gantz significherebbero “la fine della guerra e la sconfitta per Israele, l’abbandono della maggior parte degli ostaggi, la permanenza di Hamas al potere e la creazione di uno Stato palestinese”.
“Se Gantz mette davvero al primo posto l’interesse nazionale e non il rovesciamento del governo – prosegue la presidenza del Consiglio – dovrà rispondere a tre domande:

1) Gantz vuole che l’operazione a Rafah giunga fino alla fine e, se si’, perche’ minaccia di rovesciare il governo di unita’ nazionale durante l’operazione dell’IDF?;

2) Si oppone al governo dell’Autorita’ Palestinese a Gaza, anche se Mahmoud Abbas non e’ coinvolto?;

3) Sosterrebbe uno Stato palestinese come parte di un processo di normalizzazione con l’Arabia Saudita?”
“Il premier Netanyahu è determinato a eliminare i battaglioni di Hamas”, dice l’ufficio di Netanyahu, “si oppone all’introduzione dell’Autorità Palestinese a Gaza e alla creazione di uno Stato palestinese che sarà inevitabilmente uno Stato terroristico”. Netanyahu – prosegue il comunicato – ritiene che il governo di unità nazionale sia fondamentale per raggiungere gli obiettivi della guerra, “e si aspetta che Gantz renda chiare al pubblico le sue posizioni su questi temi”

Sullivan a Riad, incontra principe ereditario MbS

Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan è a Riad dove ha incontrato il principe ereditario Mohammed bin Salman. I due, riferisce l’agenzia saudita, hanno discusso di un accordo bilaterale a largo raggio e della guerra di Israele contro Hamas a Gaza. Dopo la sua visita in Arabia Saudita, Sullivan volerà in Israele, dove incontrerà il premier israeliano, Benjamin Netanyahu per aggiornarlo sui suoi colloqui a Riad e discutere anche della prevista operazione militare israeliana a Rafah.

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