Un romanzo ambientato negli anni Venti che racconta la storia di un lavoratore nero e queer.
The Sleeping Car Porter è diventato il primo romanzo a tema queer a ricevere il prestigioso Scotiabank Giller Prize canadese nel 2022 da 100.000 dollari. Il libro di Suzette Mayr non è ancora astato tradotto in italiano, ma ha già riscosso innumerevoli consensi in tutto il mondo, con il suo sofisticato equilibrio tra sentimentalismo, erotismo e storia sociale.
Toronto, fine anni ’20: Baxter, 29 anni, sogna di diventare dentista. In Canada a quel tempo non era così facile per uno come lui. Perché Baxter è nero, gay e appartenente alla classe operaia. Per riscuotere le tasse universitarie lavora dalla mattina alla sera come servitore del vagone letto. Ma il viaggio di diversi giorni attraverso il Canada diventa un sogno a occhi aperti senza fine, fatto di delirante sfinimento, assurdo snobismo, battute spiritualistiche e amori proibiti. Baxter, sorridendo silenziosamente, esaudisce tutti i desideri dei passeggeri ricchi, bianchi, spesso bizzarri. Non può permettersi di commettere il minimo errore e certamente non rivelare la sua devozione agli uomini, perché questo lo porterebbe in prigione. Quando il viaggio viene inaspettatamente interrotto, il turno straordinario di Baxter si trasforma in un “tour d’emotion”.
The Sleeping Car Porter è allo stesso tempo un’opera di formazione, un romanzo storico e una satira sociale senza tempo e colpisce per il suo linguaggio vivido, l’umorismo acuto e l’attenzione ben studiata ai dettagli. E in ultimo, ma non meno importante, nel libro, Suzette Mayr pone le basi per la queerness nera, che raramente è stata presentata in letteratura durante l’epoca della segregazione razziale. Nel suo discorso di ringraziamento al Giller Prize Gala, l’autrice (lesbica, canadese, di padre tedesco e madre afro-caraibica) ha confessato in lacrime di aver scritto il libro per tutte quelle “sorelle, fratelli e fratelli LGBTQIA2S+, molti dei quali, come il mio principale personaggio Baxter, hanno ancora troppa paura per fare coming out.”