AGI – Inizia stamane nell’aula magna del tribunale di Genova il processo per l’omicidio di Nada Cella, a quasi 30 anni dal delitto della giovane segretaria, trovata senza vita il 6 maggio 1996 nello studio del commercialista Marco Soracco, a Chiavari (Genova).
Fu proprio lui il primo sospettato, poi scagionato da ogni accusa. Seguirono altre piste, tutte rivelatesi false, finché nel 2021 la famiglia di Nada, grazie alla criminologa Antonella Delfino Pesce, che riesaminò tutte le carte, scopri’ alcuni particolari, sottovalutati dagli investigatori dell’epoca e convinse la pm Gabriella Dotto a riaprire il caso, affidando le indagini alla squadra mobile di Genova.
Imputata per omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi è Annalucia Cecere, 55 anni, di Boves (Cuneo) difesa dall’avvocato Giovanni Roffo. Secondo l’accusa Cecere avrebbe ucciso Nada “per motivi di rancore e gelosia verso la vittima”. Soracco, sostengono gli investigatori della squadra mobile, avrebbe invece mentito più volte. Per questo, lui e l’anziana madre Marisa Bacchioni, difesi dagli avvocati Andrea e Simone Vernazza, sono accusati di false dichiarazioni ai pm e favoreggiamento. Nel processo verranno sentiti una sessantina di teste.