AGI – “Nel 2023, l’Italia ha fatto registrare il tasso di motorizzazione (auto per dimensione della popolazione) più alto dell’Ue con 694 auto per mille abitanti. E’ quanto emerge dal rapporto sul trasporto europeo 2024 pubblicato da Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea. La media Ue si è attestata a 571 autovetture ogni mille abitanti nel 2023. Sul podio con l’Italia il Lussemburgo con 675 auto per mille abitanti, Cipro (670 per mille abitanti), Finlandia (664 per mille abitanti), ed Estonia (630 per mille abitanti). I tassi più bassi sono stati registrati in Lettonia (418 per mille abitanti), Romania (425 per mille abitanti) e Ungheria (435 per mille abitanti).
Nel complesso, si legge nel rapporto, il parco autovetture in quasi tutti i Paesi dell’Ue è cresciuto negli ultimi 5 anni, superando un totale di 256 milioni di autovetture, con un aumento del 6,5% rispetto al 2018. Il numero più alto di autovetture immatricolate è stato osservato in Germania, con 49 milioni di mezzi, seguita dall’Italia con quasi 41 milioni di auto e dalla Francia con oltre 39 milioni.
Nonostante l’aumento negli ultimi anni, le autovetture alimentate con carburanti alternativi rappresentano pero’ ancora una minoranza delle nuove immatricolazioni di autovetture nell’Unione europea, che nella maggior parte dei Paesi è ancora inferiore al 20%, sempre dietro a quelle a benzina e diesel.
Tuttavia, nel 2023 il numero di autovetture elettriche a batteria nei Paesi dell’Ue ha superato i 4,4 milioni, con un incremento di circa 88 volte rispetto al 2013 e di 12 volte rispetto al 2018. I tassi di incremento più elevati sono stati registrati tra il 2019 e il 2020 (85,2%) e tra il 2020 e il 2021 (77,5%). Tra i Paesi dell’Ue, la Danimarca e la Svezia hanno più autovetture nuove alimentate con carburanti alternativi rispetto a quello con benzina pura.
Infine i veicoli a trazione elettrica nel 2023 hanno rappresentato più di un quarto di tutte le immatricolazioni di autovetture nuove in Svezia (38,6%), Danimarca (36,1%), Finlandia (33,8%) e Paesi Bassi (30,8%). La quota è invece inferiore al 5% in Croazia, Repubblica Ceca, Polonia, Italia e Grecia. La media europea si è invece attestata attorno al 14,6%.
