AGI – In un post il Presidente eletto, Donald Trump, aveva detto in passato che la fine della guerra in Ucraina sarebbe stata molto probabile, ma che sarebbe servito un grande sforzo diplomatico. “Sono contento – aveva aggiunto sulla sua piattaforma social Truth – di nominare il generale Keith Kellogg assistente del presidente e Inviato speciale per Ucraina e Russia”. “Insieme – aveva promesso – garantiremo la pace con la forza e renderemo l’America, e il mondo, di nuovo sicuri”.
Cosa intendesse Trump scrivendo “con la forza” è apparso chiaro negli ultimi giorni. Il generale americano in pensione, 80 anni, sarà l’uomo che porterà sul tavolo dei negoziati la forza degli Stati Uniti di imporre condizioni a cui, nelle sue intenzioni, né il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ne’ il Presidente russo Vladimir Putin dovrebbero opporsi. Ad aprile Kellogg ha scritto un piano di pace per l’America First policy institute. E a maggio lo aveva presentato nel resort di Trump, a Mar-a-Lago, in Florida. Il documento si intitolava “America First, Russia and Ukraine” e prometteva una “soluzione di pace”.
Il testo cominciava definendo la guerra una “evitabile crisi che, a causa delle politiche incompetenti dell’amministrazione Biden, avevano infilato l’America in una guerra senza fine”. Kellogg, che ha scritto il testo assieme all’ex analista della Cia e consigliere di Trump Fred Fleitz, poggia su un punto: gli Stati Uniti devono usare la fornitura di armi come leva per costringere le due parti a negoziare la pace. Secondo il generale gli Usa dovranno far capire a Zelensky che se vorrà nuove forniture militari dovrà accettare di sedersi al tavolo. E se Putin dovesse opporsi, verrà informato che gli Stati Uniti sono pronti a sostenere ancora di più l’Ucraina. Le parti dovranno accettare il congelamento della guerra, fermando la spartizione in base alla condizione del conflitto che maturerà nei prossimi mesi, e l’imposizione di zone demilitarizzate.
Ma questa prospettiva può spingere Mosca a intensificare gli attacchi nei prossimi due mesi, prima che Trump torni alla Casa Bianca, in modo da arrivare a una tregua nella migliore condizione possibile. Secondo l’analisi del generale, Biden avrebbe dovuto avviare subito negoziati per allentare la tensione e prevenire l’invasione russa dell’Ucraina, ormai nell’aria da mesi, invece di imporre “sanzioni senza precedenti” che hanno messo Putin nella condizione di non fermarsi più. Dall’altro, Kellogg è convinto che la Casa Bianca avrebbe dovuto dare subito il massimo degli aiuti militari all’Ucraina per spaventare la Russia, invece di approvare pacchetti a distanza di mesi l’uno dall’altro.
Alcune idee contenute nel piano, per ammissione dello stesso veterano di guerra, provengono da un articolo scritto nel 2023 da Richard Haas e Charles Kupchan. Il primo e’ stato un diplomatico nell’amministrazione di George W. Bush e inviato per l’Irlanda del Nord, il secondo e’ un docente di relazioni internazionali ed ex direttore per gli affari europei presso il Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Tra i punti in discussione, l’idea di mettere soldati Nato, assieme a forze di Paesi non allineati, tra Russia e Ucraina, ma la soluzione viene considerata quasi impossibile, e sicuramente costosa: coprire migliaia di chilometri richiederebbe molti soldati e centinaia di miliardi di dollari.