martedì, Ottobre 8, 2024
spot_imgspot_imgspot_imgspot_img

GLI STATI UE DEVONO RICONOSCERE I CAMBI DI IDENTITÀ DI GENERE

Lo ha affermato la Corte Suprema dell’UE in una sentenza storica che dovrà trovare applicazione nei singoli Stati.

Lo scorso venerdì 4 ottobre, la Corte di giustizia europea ha stabilito che gli stati membri devono riconoscere le modifiche legali all’identità di genere elaborate altrove all’interno dell’UE. La sentenza si schiera con l’uomo trans rumeno Arian Mirzarafie-Ahi che ha fatto causa alla Romania dopo che questa si è rifiutata di accettare le modifiche di nome e identità di genere da lui apportate in Gran Bretagna quando faceva ancora parte dell’Unione europea. 

Mirzarafie-Ahi ha cambiato il suo primo nome e titolo nel 2017, dopo aver vissuto nel Regno Unito dal 2008. Ha ottenuto il riconoscimento legale della sua identità di genere maschile nel 2020. 

“Contrario al diritto dell’Unione Europea”

Secondo il Washington Post, la corte ha affermato che il rifiuto di un paese dell’UE di accettare i cambiamenti di identità di genere apportati in un altro stato membro è “contrario al diritto dell’Unione europea” e ostacola “l’esercizio del diritto di libera circolazione e residenza”. 

La Brexit non ha alcuna influenza sulla sentenza perché Mirzarafie-Ahi ha ottenuto il riconoscimento del suo paese dal Regno Unito prima che la Gran Bretagna lasciasse l’UE. “Il genere, come il nome proprio, è un elemento fondamentale dell’identità personale. Una divergenza tra identità risultante da tale rifiuto di riconoscimento crea difficoltà per una persona nel dimostrare la propria identità nella vita quotidiana, nonché gravi inconvenienti professionali, amministrativi e privati”, ha deciso la corte. 

Nel 2018, la corte ha stabilito che i governi devono riconoscere i diritti di movimento dei coniugi dello stesso sesso anche nei paesi che non riconoscono i matrimoni gay. La sentenza si riferiva al caso di un altro cittadino rumeno, Adrian Coman, che sposò l’americano Claibourn Robert Hamilton in Belgio nel 2010. La coppia voleva iniziare una vita insieme in Romania, ma poiché il Paese non riconosce le unioni tra persone dello stesso sesso, ad Hamilton sono stati negati i diritti di residenza coniugale a cui avrebbe diritto una moglie.

VIRGO FUND

PRIMO PIANO