lunedì, Dicembre 30, 2024
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Arriva in aula il testo sul “fine vita”, ma il centro destra punta al rinvio

AGI – Martedì si avvierà nell’Aula del Senato la discussione sul fine vita. Le opposizioni nei giorni scorsi hanno trovato un accordo e firmato – a farlo tutto il gruppo del Pd, dei Cinque stelle, di Sinistra italiana e delle autonomie – per far sì che sia il testo del senatore dem Bazoli ad approdare nell’emiciclo. Sfruttando l’articolo 53 del regolamento del Senato (“I disegni di legge, gli atti di indirizzo e gli atti di sindacato ispettivo sottoscritti da almeno un terzo dei senatori sono inseriti di diritto nel programma dei lavori del calendario”). Un testo che di fatto recepisce le indicazioni della corte costituzionale sulla vicenda di Dj Fabo e che ripropone la legge approvata in prima lettura nella scorsa legislatura alla Camera.

Ma la maggioranza già ha studiato la contromossa. Ovvero chiederà il rinvio in Commissione. Si profila quindi una battaglia tra i due schieramenti, con il partito democratico che punta a smontare quello che considera “ostruzionismo” da parte delle forze politiche che sostengono l’esecutivo. “Fratelli d’Italia prima si era detta disponibile al confronto poi ha fatto retromarcia, sottolineando che l’argomento non è una priorità”, sottolinea una fonte del Pd.

Il tema è discusso all’interno dei partiti. Nei giorni scorsi, riferisce un deputato ‘ex lumbard’, il segretario del partito di via Bellerio Matteo Salvini incontrando i giovani della Lega avrebbe aperto alla possibilità di lasciare quando sarà il momento libertà di coscienza ai suoi. Ma c’è ancora tempo per approfondire l’argomento. Sono 90 le audizioni sui disegni di legge sul fine vita chieste in Senato, nelle commissioni Giustizia e Salute e solo 5 sono state svolte prima della pausa estiva. Cinque i testi presentati, quattro dell’opposizione e uno di Forza Italia. Ma si partirà con il testo Bazoli, con il Pd che cercherà la sponda degli azzurri. Che pero’ fanno muro: “Non siamo favorevoli ad alcuna depenalizzazione, si può arrivare a prevedere una pena minima per l’aiuto al suicidio in alcune situazioni, ma nulla di più”, spiega una fonte forzista. 

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