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SGUARDI GLOBALI: IL PRIDE NON ORDINARIO DI VARSAVIA

Domenica 18 giugno oltre 50.000 persone hanno manifestato a Varsavia per l’uguaglianza dei diritti e la protezione delle persone LGBT+. Un evento che assume un significato tutto particolare in Polonia, uno dei paesi europei più chiusi al cambiamento

La comunità LGBT+ in Polonia sta affrontando sfide critiche nel perseguire l’uguaglianza e l’inclusione nella società. La Polonia è un paese con una forte tradizione cattolica, dove la comunità LGBT+ è stata a lungo oggetto di discriminazione e ostracismo. Nonostante l’adesione all’Unione Europea abbia portato a un certo livello di protezione giuridica, la situazione delle minoranze sessuali nel Paese rimane precaria.

La discriminazione contro le persone LGBT è presente a tutti i livelli della società polacca, dal bullismo nelle scuole alla mancanza di libertà di espressione. Secondo un rapporto dell’Agenzia dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, solo il 18% della comunità LGBT polacca si sente al sicuro nel mostrare la propria identità e orientamento sessuale in pubblico. Uno studio condotto nel 2019 dal gruppo di ricerca sociale CBOS evidenziava che il 53% dei giovani polacchi tra i 18 e i 24 anni ha una visione positiva dell’omosessualità, ma soltanto il 36% delle persone di età superiore ai 65 anni pensa che l’omosessualità dovrebbe essere accettata dalla società. Questa differenza di opinione rappresenta una grande sfida per la lotta alla discriminazione LGBT+, una sfida che richiede il sostegno di tutta la società.

Dal 2019 in poi, il governo polacco ha introdotto una serie di leggi di proibizione volte a limitare la visibilità e i diritti delle persone LGBT. Tra queste, diverse amministrazioni locali hanno istituito le cosiddette LGBT Free Zone, aree dove è espressamente vietato alle persone di esprimere pubblicamente il loro sostegno alla comunità LGBT+. Inoltre, il governo ha iniziato a negare ai cittadini LGBT i diritti alla famiglia.

Secondo l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), la Polonia è il paese con il più alto numero di crimini d’odio anti-LGBT nell’Unione Europea. Tuttavia, ci sono anche sviluppi positivi che mostrano un progresso nella lotta per l’uguaglianza. Nel 2019, il tribunale distrettuale di Płock ha stabilito il primo matrimonio tra persone dello stesso sesso in Polonia. Ci sono anche organizzazioni e attivisti che lottano per la causa LGBT, come Lambda Warszawa, che forniscono orientamento e sostegno alla comunità LGBT in Polonia. Il 29 giugno 2022 la più alta Corte Amministrativa polacca ha stabilito che le LGBT Free Zone, “ledono la dignità e la vita privata delle persone omosessuali” e che quindi tali leggi saranno abrogate.

La comunità LGBT+ polacca lotta per l’uguaglianza da decenni, ma l’atteggiamento del governo sembra essere sempre più ostile. Nel 2019, la città di Varsavia ha ospitato l’Equal Rights Parade, ma il gruppo di estrema destra No To The Rainbow ha organizzato una contro-manifestazione con il sostegno del governo. Le politiche pro LGBT+ in Polonia sono oggetto di forti contestazioni politiche, con i partiti conservatori che cercano di ostacolare ogni iniziativa. Nel 2020, il partito nazionalista PSL ha proposto una legge per vietare la promozione dell’omosessualità nelle scuole, nei media e in pubblico, scatenando proteste in tutto il paese. La proposta di legge è stata fortemente criticata non solo dagli attivisti per i diritti LGBT+, ma anche da altre associazioni per i diritti civili che ritengono una tale proposta rappresenti una grave minaccia alla libertà di espressione.

L’Unione Europea ha espresso più volte la sua preoccupazione per la situazione dei diritti LGBT+ in Polonia, nonché la volontà di sostenere la comunità in questo percorso di lotta per l’uguaglianza. Ci sono stati anche progressi tangibili come la recente concessione di permessi di residenza per partner non sposati di cittadini dell’UE, che concedono ai membri della comunità LGBT+ diritti simili a quelli dei partner sposati.

In risposta a questi problemi, la comunità LGBT+ polacca ha lavorato instancabilmente per spingere per il cambiamento. Ci sono molte organizzazioni LGBTQ+ che si battono per l’uguaglianza dei diritti nella politica polacca, tra cui Kampania Przeciw Homofobii (Campagna contro l’omofobia) e Miłość Nie Wyklucza (L’amore non esclude). Sia le organizzazioni della società civile che gli attivisti individuali stanno spingendo costantemente il governo per garantire marcatore protezioni dei diritti della comunità LGBT.

Una delle lotte più significative è stata quella per il diritto al matrimonio, che in Polonia è ancora esclusivo per le coppie eterosessuali. La coalizione Rodzina Jest Rodzina ha promosso la petizione popolare #MałżeństwoDlaWszystkich (matrimonio per tutti) che demanda al governo l’uguaglianza dei diritti

Emerge chiaramente che c’è ancora molto lavoro da fare per migliorare la situazione. La lotta per l’uguaglianza nell’ambito LGBT in Polonia è in corso, ma c’è una crescente consapevolezza e volontà di cambiamento. Con l’impegno e l’azione continui della comunità e della società civile, si può sperare in un futuro migliore per tutti coloro che lottano per i diritti e la giustizia.

“Continueremo a lottare per i nostri diritti e le nostre libertà. Vogliamo essere trattati come tutti gli altri, non come cittadini di seconda classe.” (Anna Błaszczak-Banasiak, attivista e leader del movimento LGBT+ in Polonia)

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