giovedì, Novembre 21, 2024
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IL DIRITTO ALL’OBLIO DEGLI EX PAZIENTI ONCOLOGICI: FINE DI UNA DISCRIMINAZIONE

Quella nei confronti degli ex pazienti oncologici guariti è una forma di discriminazione sottile e silenziosa, ma con risultati che possono essere devastanti sulla vita delle persone

In Italia circa un milione di sopravvissuti al cancro subiscono discriminazioni quando richiedono assicurazioni o prestiti. La loro storia medica spesso riduce per loro le possibilità di ottenere contratti a lungo termine e assicurazioni sulla vita e addirittura di adottare bambini, anche se dichiarati guariti da decenni.

La legge sul cosiddetto “oblio oncologico” è finalmente arrivata alla fase della discussione in Commissione Sanità alla Camera, potendo contare su un ampio consenso trasversale tra tutte le forze politiche e lo stesso Governo è favorevole a disciplinare al più presto la materia come ha sottolineato il ministro della Salute Orazio Schillaci: ”Il governo segue con interesse le iniziative parlamentari sul diritto all’oblio oncologico. Ed è pronto a dare il proprio supporto per trovare soluzioni adeguate a quella che ritiene una problematica di particolare rilievo per tanti cittadini guariti dal cancro, costretti ancora ad affrontare numerose difficoltà burocratiche per il ritorno a una vita normale”.

I disegni di legge in discussione prevedono che il diritto all’oblio scatti dieci anni dopo la fine delle terapie (oppure cinque per chi ha avuto la diagnosi in minore età o prima dei ventuno anni). È prevista inoltre anche la creazione di un organo che vigili sul rispetto di questo nuovo diritto, un garante per la parità di trattamento delle persone che sono state affette da patologie oncologiche.

Ad oggi Italia e Spagna sono gli unici due paesi dell’Unione Europea a nona vere una legge specifica in merito, ma anche in Spagna il premier Sanchez ha promesso che questo vuoto legislativo sarà colmato prima della fine dell’estate.

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